Quella scena la ricordo ancora...
Accorro in aiuto di Nerone e mi rendo subito conto che non c'è più niente da fare.
E' già morto, è troppo piccolo per sopravvivere a quel colpo.
Per me lui rappresentava la vita, un piccolo essere entrato nella mia esistenza. Sprofondo in un baratro, mi stendo sul letto, non riesco a frenare le lacrime dirompenti.
L'elettricista è atterrito.
Raccoglie i resti del piccolo essere, ripulisce la stanza, chiude il sacchetto con il cadavere, e se ne va portandolo via con sè.
Sono sconvolta, è già un periodo difficile, ho la sensazione che non riuscirò a sopportare questa perdita.
Cerco di curare le mie ferite, e rimango chiusa in casa per 3 giorni senza andare al lavoro, sono troppo avvilita.
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